Liliaceae
Ruscus aculeatus L.
Nome volgare:Pungitopo, Rusco, Rusculo pungitopo, Piccasorci, Asparago pazzo, Linguetta, Scacciaragni, Piscialetto, Brusco, Frascina.
Forma biologica: G rhiz/Ch frut (Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi/ Camefite fruticose. Piante perenni con fusti legnosi, ma di modeste dimensioni).
Descrizione: Arbusto suffruticoso, sempreverde, fusti eretti con rizoma strisciante. I rami sono inseriti sulla parte mediana e basale dei fusti aerei, con disposizione sparsa, più volte ramificati; i rametti dell’ultimo ordine sono distici e trasformati in fillocladi, rigidi, di colore verde scuro, di forma da lanceolata ad ovato-acuminata con una spina apicale pungente.
Le foglie vere sono di piccolissime dimensioni, pochi millimetri, sono ridotte a squame biancastre, inserite sul fusto aereo. Alla loro ascella sono inseriti i rametti verdi.
I fiori, poco appariscenti, difficilmente visibili, generalmente dioici, subsessili, isolati o in piccoli gruppi, sono inseriti all’ascella di una piccola brattea al centro della pagina superiore dei fillocladi.
I tepali sono disposti in due verticilli, di colore verde o soffusi di porpora, lunghi 2-2,5 mm; gli stami uniti in un tubo carnoso di circa 2 mm di lunghezza di colore violetto.
I turioni compaiono da fine marzo ad aprile, con rapido accrescimento in primavera, la consistenza definitiva del fogliame si ha ad inizio estate.
I frutti sono bacche, globose,di colore rosso vivo, la maturazione delle bacche avviene nell’inverno successivo alla fioritura.
Antesi: Novembre – Aprile
Tipo corologico: Euri-Medit. (Specie con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est, (area della Vite).
Distrubuzione in Italia: Presente in tutto il territorio.
Habitat: Predilige le zone calde e soleggiate e i terrenicalcarei, lo si trova facilmente nei luoghi aridi e sassosi, nei boschi, soprattutto nelle leccete e nei querceti.
E’ una pianta sensibile al freddo intenso, per cui solo nelle zone meridionali la si può trovare oltre i 1.000 m, nel resto d’Italia difficilmente vegeta sopra i 600 m.
Note di sistematica: Specie somigliante è il Ruscus hypoglossum L. (Ruscolo maggiore) che si distingue tra l'altro per i cladodi più lunghi (5-10 cm) e non pungenti.
Etimologia: Il nome del genere dal latino a sua volta derivante dal greco “rugchos”=”becco” “rostro”, per i cladodi dalla punta aguzza proprio come un becco d'uccello; il nome specifico “aculeatus”=”dotato di aculei” a indicare i mucroni pungenti di cui sono dotati i cladodi.
Il nome volgare di pungitopo deriva dall'usanza contadina di proteggere dai topi, con
mazzetti di questa pianta, i generi alimentari conservati in cantina.
Proprietà e utilizzi: Erba aromatica, diuretica leggermente lassativa, vasocostrittrice, ad azione antifiammatoria, sudorifera e depurativa.
Il pungitopo è un potente tonico venoso vegetale e per questo rientra nella composizione di molti farmaci antiemorroidali e antivaricosi.
Indicato nella cura di flebiti, pesantezza delle gambe, edemi, facilita l'eliminazione dell'acido urico e aumenta la sudorazione.
Utile contro la couperose, svolge una buona azione protettiva contro sole, vento, sbalzi termici, smog. In caso di cellulite, applicato sulla pelle in forma di impacchi o lozioni ha un effetto tonificante e riducente. E' anche un ottimo rimedio contro i geloni.
Già Plinio il vecchio e Galeno ne descrivevano le proprietà diuretiche e la capacità di favorire il flusso mestruale.
Nella campagne, il pungitopo veniva usato per scacciare i topi dalle cantine: posto intorno al formaggio e vicino ai salami, teneva lontani i roditori; metodo in uso ancor oggi.
La pianta secca, legata ad una pertica, nella campagne, è utilizzata per pulire i camini, un sistema veramente efficace.
I giovani germogli, possono essere utilizzati cotti, come gli asparagi, il sapore è lievemente più amaro. Attenzione però, la raccolta in alcune zone è proibita, la pianta è protetta, probabilmente ciò è dovuto al saccheggio che ne veniva fatto durante il periodo invernale, in quanto usato per gli addobbi natalizi.
In passato i semi della pianta erano utilizzati come succedaneo del caffè.
Gli inlgesi chiamano questa pianta "butcher's broom" = "scopa del macellaio", si riferisce al fatto che un tempo i rami riuniti in fasci, venivano impiegati per per pulire il pavimento delle macellerie.
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